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sabato 5 luglio 2008

Daniel Pennac e i suoi racconti.

Giornata torrida, vorrei parlare dei cambiamenti climatici, dei disastri ambientali, di come questa umanità si comporta come i passeggeri del Titanic, loro ballavano e cantavano mentre la nave andava a picco lentamente, la terra ci sta mandando tanti di quei segnali d'allarme dagli tsunami ai terremoti alle varie catastrofi che si abbattono periodicamente sui nostri territori, ma noi niente, continuiamo imperterriti allegramente ad andare verso il baratro ( come diceva Cinzia Leone: Er baratro!! ).
Non voglio parlare di tutto ciò, ci sarà tempo per farlo, voglio invece presentare un grande scrittore francese, si chiama Daniel Pennac ( http://www.wikipedia.it/ ) vedi anche su http://www.wuz.it/ , vive e lavora a Parigi, insegna lettere da un quarto di secolo e nel corso degli anni ha scritto libri bellissimi fra i quali: Il paradiso degli orchi, La fata Carabina, Il Signor De Malaussene, La Prosivendola e tanti altri tutti per la Feltrinelli ( http://www.feltrinellieditore.it/ ), ho quasi finito di leggere la sua ultima opera: Diario di scuola, e voglio proporre un brano di questo bel racconto che parla sopratutto della sua persona e della sua infanzia:

Da Diario di scuola di Daniel Pennac.

Mentre scendevo dalle alture del xx arrondissement verso il mio studio, mi è venuta l'idea di fare una valutazione economica degli studenti che incrociavo lungo il mio tragitto mediante un calcolo sistematico: 100 euro di scarpe da ginnastica, 110 di jeans, 120 di giubotto, 80 di zainetto, 180 di lettore cd (a 90 decibel per ogni devastante ciclo d'ascolto), 90 euro per il cellulare multifunzione, senza tener conto del contenuto delle loro tasche, che a voler stare bassi si aggirerà minimo sui 50 euro, il tutto montato su roller nuovi di zecca, a 150 euro a paio.
Totale: 880 euro, cioè 5764 franchi per studente, cioè 576.400 franchi della mia infanzia.
Ho verificato, nei giorni seguenti, all'andata come al ritorno, confrontando con i prezzi esposti nelle vetrine che si trovavano sulla mia strada. Tutti i miei calcoli davano come risultato una cifra intorno al mezzo milione. Ognuno di quegli sbarbati valeva un mezzo milione di franchi della mia infanzia!
E' una valutazione media riferita a un ragazzo della classe media con genitori di reddito medio, nella Parigi di oggi. Il prezzo di uno studente parigino rimesso a nuovo, diciamo, alla fine delle vacanze di Natale, in una società che considera i propri giovani innanzi tutto come consumatori, un mercato, un target.
Bambini clienti, dunque, con o senza disponibilità economica, nelle grandi città come nelle periferie (banlieues nel testo), uniti nella stessa aspirazione al consumo, nello stesso universale aspiratore di desideri, poveri e ricchi, grandi e piccoli, maschi e femmine, risucchiati alla rinfusa dall'unica e vorticosa sollecitazione: consumare! Cioè cambiare prodotto, desiderare il nuovo, il più che nuovo, l'ultimo grido!
La marca! E farlo sapere in giro! Se le loro marche fossero medaglie, i ragazzini delle nostre città tintinnerebbero come generali da operetta.Serissimi programmi televisivi vi spiegano a ogni piè sospinto che è in gioco la loro identità.

Il resto lo trovate sul libro.

Pillola del giorno: La carne di cavallo fa bene perchè contiene ferro,specialmente se mangi lo zoccolo.
Fabrizio Canciani.

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