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sabato 30 agosto 2008

Nella foto: "Ragazze non vi perdete!" immagine da http://gallery.gotoscience.com/main.php?g2_itemId=8960

Secondo brano di Bar Sport Duemila. Di Stefano Benni.

L'inferno di cristallo

Altro bancone insidiosissimo. Tutto è riflesso, tutto è specchiato e moltiplicato in un vorticoso gioco di trompe-l'oeil e tranelli prospettici. Anche la vetrina e le pareti partecipano al caleidoscopio. Il barista potrebbe essere davanti, ma anche dietro di voi. Il caffè che avete ordinato tarda ad arrivare perchè il barista è lento, oppure perchè lo avete ordinato al riflesso del barista, che in realtà è venti metri più in là. Chiedete un whisky ma il barista dovrà capire , tra le cento bottiglie riflesse, qual è quella vera, e poi vi verserà il whisky in testa. Pensavate di girare il cucchiaino nel vostro caffè e invece lo avete infilato in bocca a un bambino. Non è un krapfen che tenete tra le mani, ma la guancia di una signora. E cosi via.
Una volta, in uno di questi bar, un cliente chiese un toast.
Il barista rispose che li non si facevano toast.
- Eppure - insistette il cliente, - qua c'è scritto: "tost e panini caldi".
- No, signore, - disse il barista - la scritta che lei vede è quella del bar dall'altra parte della strada.
Il serpentone

Bancone quanto mai impegnativo, composto da metri e metri di materiale laterizio. Il barista corre da un lato all'altro sudando e spostando l'unica zuccheriera. Quando il serpentone si unisce al monolito, si crea il moloch, sogno e incubo di ogni barista. Un blocco lucente, ispirato alle statue dell'isola di Pasqua, per trasportare il quale è necessario un autosnodato. Assistemmo una volta al montaggio di un moloch in un piccolo bar di periferia. Il padrone era molto contento. Solo dopo alcune ore si rese conto che il bancone occupava l'intero bar, e non c'era più posto nè per lui nè per i clienti. Per qualche settimana riusci a sbarcare il lunario mostrandolo alla gente: dieci minuti, mille lire. Poi con una sega elettrica lo tagliò in otto pezzi e li vendette come sculture moderne. Sette sono attualmente esposti nella villa di un produttore romano a Torvajanica,
l'ottavo è in un museo di San Antonio (Texas).
Il bancone marino

Vecchio e classico bancone di legno, con oblò, rifiniture in ottone, conchiglie incastonate e mummie di aragoste. Certo, fa effetto vederlo fuori dal suo abitat navale in un bar di città. Ma funziona sempre , specialmente se il barista ha una benda sull'occhio.
Ha solo due inconvenienti: per prima cosa attira stormi di gabbiani, che lo caramellano di guano e rovistano nella spazzatura. Inoltre, anche se dista trecento chilometri dal porto, la sera si riempie misteriosamente di marinai che si ubriacano, sfasciano tutto in risse interminabili e misteriosamente spariscono.
Il secondo inconveniente è che provoca , in soggetti particolarmente sensibili, feroci attacchi di mal di mare. Dopo un solo bicchiere di birra vomitano e si sdraiano per terra, chiedendo quando finisce la traversata.
Il caso più misterioso avvenne nel 1983 in un bar sulle montagne di Arezzo. Verso mezzogiorno il padrone apri la porta e una misteriosa ondata portò via lui e una decina di clienti. Solo tre vennero recuperati al largo delle Celebes, degli altri nessuna traccia.
... continua
Per leggere il resto del racconto, si consiglia di acquistare il libro presso un qualsiasi punto vendita Feltrinelli , da leggere in compagnia e da regalare anche agli amici (Terza ristampa nel marzo del duemila).
Pillola del giorno: Er minestrone
I
Cò sellero, carota, pomidoro,
ajo, cipolla, cucuzzetta, bieta,
lattuga, indivia, ortica de pineta,
cavolo, fava, cavolfiore, alloro,

basilico, piselli, rape, poro,
e l'odori dall'A fino alla Zeta,
viè fora un piatto da nottata quieta:
cò un sonno lungo e tanti sogni d'oro.

Bollite a crudo a focarello lento,
cosi che li tesori de la tera
profumeranno tutto il casamento.

E a 'st'epoca de puzze e de veleni,
quanno versate dentro la zuppiera,
v'appariranno mille arcobaleni.
II
La tera, l'acqua e 'r sole, a rotazione
ce danno tra li doni de natura
er bene de Dio de tutta la verdura
seconno er teritorio e la regione.

E allora se lo famo un minestrone?
cosi, come anti-male, o come cura,
magara pè levasse la paura,
de fasse pugnalà da un'ignezione.

Perchè ner caso er liquido fa mappa
o l'ago pijia 'na vena, sarv'ognuno,
si ce t'accoje, te saluto chiappa!

Diventa grossa come 'na pagnotta
cor solito pericolo che ognuno
senza sapello te ce dà 'na botta.
Aldo Fabrizi.

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