Il venti giugno 2008 ho letto questo articolo del giornalista Daniele Martinelli,molto interessante per capire come si vive in Campania, ecco alcuni stralci:
Ieri mattina sono volato a Napoli per assistere alla lettura della sentenza d’appello del processo Spartacus, nel quale sono stati confermati i 16 ergastoli inflitti nella sentenza di primo grado.Atterrato all’aeroporto del capoluogo campano ho viaggiato in autobus fino a Piazza Garibaldi, lungo un tragitto dove non si è vista traccia di rifiuti. Da piazza Garibaldi ho raggiunto il carcere di Poggioreale in taxi perché temevo fosse tardi.
Le strade perimetrali del penitenziario erano transennate, i 4 angoli estremi presidiati da decine di agenti, sui tetti degli edifici stavano nascosti i tiratori scelti e dai tombini sbucavano gli addetti ai controlli poiché si temevano attentati.La sentenza è stata pronunciata nell’aula bunker del carcere che brulicava di giornalisti e telecamere arrivate anche dall’estero. Ciò che mi preme scrivere sono alcune cose che mi hanno colpito di questa giornata a Napoli: Ho conosciuto una giornalista di Aversa che mi ha accompagnato per le strade del centro di Napoli, fino a corso Umberto, attraverso il centro direzionale e la piazza della stazione. Durante il tragitto, erano le 13,30 sotto il sole e un caldo appicicaticcio da farmi rimpiangere le fresche e grigie giornate padane, ho sentito sparare fuochi d’artificio dal balcone di un palazzo. La collega mi ha detto sorridendo che di solito i fuochi d’artificio segnalano che “è arrivata la roba”.
Mi ha colpito la naturalezza di quest’ultima nell’indicarmi un mercatino di articoli contraffatti su una laterale di piazza Garibaldi. Mi ha colpito una famiglia di padre, madre e bimbo intenta ad esporre in vendita una dozzina di oggetti usati e lerci su un cartone steso sul marciapiedi all’angolo di un semaforo. Mi ha impressionato la vista di una ragazzona si e no di 16 anni, seduta in un angolo della piazza della stazione ferroviaria a chiedere l’elemosina. Mi ha lasciato di stucco l’abilità con la quale i pedoni dribblano moto e auto mentre attraversano le strade. Non mi hanno colpito i motociclisti senza casco visto che li ho visti spesso anche a Bari e Catania. Mi ha colpito la normalità con la quale i ragazzini sfottono i grandi per strada con espressioni che ovviamente non ho colto. Nemmeno quando si sono rivolti a me. Mi ha colpito la bontà della pizza margherita, della granita al limone e la simpatia dei suoi venditori con i carretti in sosta negli spazi riservati agli autobus. Mi ha colpito la premura che i napoletani hanno di darti indicazioni quando ti perdi.Che non esista un solo napoletano riservato o introverso lo sapevo già, ma di trovarmi puntato in mezzo a tutti da una 60enne vestita da pin-up che mi ha incalzato sull’autobus con frasi incomprensibili infarcite di strizzatine d’occhio e di “Guajione” non l’avrei mai immaginato. E’ riuscita persino ad imbarazzarmi ma per fortuna è scesa dopo 2 fermate. Giusto il tempo per notare l’autista intento a stringere la strada ad una ragazza in minigonna alla guida della sua auto con gli auricolari. Le ha fatte tutte per attirare l’attenzione. Accelerava, inchiodava piegato sulla sinistra a strombazzare il clacson. Niente da fare. La tipa ha tirato dritto per la sua strada mentre alcuni passeggeri erano già andati su tutte le furie perché nel frattempo aveva saltato una fermata.
Una giornata divertente insomma, e volendo anche impegnativa, visto che ogni cosa che guardi a Napoli meriterebbe un servizio o un’inchiesta. Anche solo conoscitiva. Ma non ne ho avuto il tempo perché il volo di rientro per Linate era già li che aspettava. I napoletani che simpatici mattacchioni.
Pillola del giorno: "Come esistono oratori balbuzienti,umoristi tristi,parrucchieri calvi,potrebbero esistere benissimo anche dei politici onesti". (Dario Fo umorista Premio nobel per la letteratura).
AVVISO AI NAVIGANTI: DAL 15 SETTEMBRE LA VETRINA SI E' SPOSTATA SU NUOVO BLOG.
sabato 21 giugno 2008
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